domenica 9 marzo 2025

Donatello - Com'è dolce la sera (musicassetta compilation, 1971)

 

TRACKLIST:

01. Com'è dolce la sera
02. Io mi fermo qui
03. E' bello
04. Quaggiù in città
05. Notte di verità
06. L'ultimo tram
07. Malattia d'amore
08. La vuoi
09. Storia di un fiore
10. Come il vento
11. Solo
12. Senza buona notte


Questa compilation contenente i maggiori successi di Donatello, ben inteso quelli della prima ora, rientra in quella categoria di raccolte confinate esclusivamente su musicassetta, fenomeno piuttosto diffuso nel corso degli anni '70. Donatello, vero nome Giuliano Illiani, nato a Tortona (AL) nel 1947, non è nuovo su queste pagine. Raccontiamola meglio: la sua comparsa sulla Stratosfera è legata al suo vero nome, quel Giuliano Illiani sopra menzionato: con un disco del 1977, in cui figura come componente del Canzoniere Popolare Tortonese ("Cantà par no murì", quasi interamente cantato in dialetto tortonese - qui) e uno come solista, quel piccolo gioiello dal titolo "A mio nonno ambulante" pubblicato nel 1978 (qui). Questa compilation, pubblicata dalla Ricordi nel 1971, copre, seppur parzialmente, gli esordi musicali del cantautore, che risalgono al 1970. I 12 brani contenuti nella cassettina ricalcano sostanzialmente la scaletta del primo album del 1970 (semplicemente intitolato "Donatello"), con l'aggiunta di qualche canzone pubblicata solo su 45 giri tra cui "Com'è dolce la sera" del 1971. 


La tracklist include anche la bellissima versione di "Io mi fermo qui", portata al festival di Sanremo del 1970 in coppia con i Dik Dik. Sotto un profilo puramente musicale va riconosciuta la dolcezza del suo timbro vocale e la delicatezza con cui interpreta i brani scritti per lui da autori importanti quali Luca Albertelli e Maurizio Vandelli. Brani molto soft, sostenuti da chitarra acustica, pianoforte e archi. Abbandonerà presto la canzone "leggera" per approcciarsi ad altri stili musicali: dopo la collaborazione con il gruppo prog Alberomotore (con i quali suona nell'album "Il grande gioco" del 1974), collabora con Ricky Gianco, Gian Pieretti e Claudio Dentes. Nel 1975 la svolta con "Il tempo degli dei", un buon album con musiche composte dallo stesso Donatello/Illiani, testi di Gianfranco Manfredi e con la presenza di musicisti quali Tullio De Piscopo, Gigi Cappellotto e i due vecchi amici Ricky Gianco e Claudio Dentes. Il resto è storia conosciuta. Un bel tuffo nel passato che vale la pena rivivere. Vi lascio col consueto buon ascolto.



Post by George

venerdì 7 marzo 2025

Toto Torquati - Vita, amore e musica (2009) with bonus tracks

 

TRACKLIST:

01. Inno (4:07)
02. Dance (7:34)
03. Tema per Giulia (3:48)
04. Ritratto (4:38)
05. Suonando a casa (5:46)
06. Viaggio (5:08)
07. Valzer (6:55)
08. Sogno (8:53)
09. Orizzonti (5:34)
10. Maestoso Pater Correndo (5:24)
11. Ninna nanna (4:03)
12. Jazz Paradise (4:02)
13. Vulcano (5:04)

Bonus tracks
14. Tenera al cioccolato (45 giti, lato A, 1977)
15. La ragazza del piano di sopra (45 giri, lato B, 1977)


MUSICISTI:

 Toto Torquati / keyboards, Hammond, piano, programming
Nicola Costa / electric guitar (2, 6, 9)
Mario Guarini / bass, contrabbasso (2, 6, 7, 9, 12)
Antonello Ruggiero / drums (2)
Valeria Scognamiglio / violin (3)
Ezio Zaccagnini / drums (3, 9, 12)
Mauro Battisti / contrabbasso (8)
Carlo Battisti / drums (8)
Simone Gianlorenzi / electric guitar (9)
Patrizia Salzano / vocals (10)
Alessandra Gualandri / vocals (10)
Stefano Napoli / vocals (10)
Fabio De Vincenti / vocals (10)
Roberto Smeraldi / vocals (10)
Ernesto Tretola / violoncello (11)


Per completare il trittico degli album di Toto Torquati mancava ancora questo "Vita, amore e musica", pubblicato nel 2009 dalla Sepel, l'ultimo in ordine di tempo realizzato dal musicista e compositore romano scomparso nel giugno 2023. Gli altri due dischi di Torquati li abbiamo già pubblicati su queste pagine, ovvero "Antonio Torquati", primo raro album in vinile del 1972 (qui) e "Gli occhi di un bambino" del 1973 (qui). Collaboratore di decine e decine di musicisti (di lui abbiamo già parlato a lungo nei due post precedenti), Toto registrò nel 1977 un 45 giri (Vanilla Records) con i due brani qui inseriti come bonus tracks. "Tenero al cioccolato" è un grande brano, sostenuto da un ritmo possente. Stesso discorso per il lato B, ritmi incalzanti e il pianoforte a dominare i quasi 3 minuti di durata. Risentiremo parlare di lui un paio di anni dopo, nel 1979, quando compose la colonna sonora del film "Speed Cross", diretto da Stelvio Massi e interpretato - tra gli altri - da Fabio Testi e Vittorio Mezzogiorno. Poi più nulla fino al 2009 quando, a sorpresa, pubblicò un CD con nuove registrazioni in studio intitolato "Vita, amore e musica". 

copertina del 45 giri del 1977


L'album contiene 13 tracce completamente strumentali, come ci ha abituati Toto Torquati, con sonorità che sconfinano nei generi più disparati, dal jazz allo swing alla musica mitteleuropea, con grande sfoggio di tastiere e, soprattutto, di pianoforte (che sono naturalmente gli strumenti suonati da Torquati). Nel libretto le composizioni sono descritte come "musica acrobatica che si diffonde tra due maestose frontiere, la vita e la morte" e Toto Torquati qui sembra davvero trasudare amore per la vita e la musica. Per farla breve nulla di particolarmente eclatante, ma nel complesso un album di buona levatura, ben suonato e assolutamente gradevole all'ascolto. Sentiamo cosa ne pensate anche voi, cari amici. A presto.



Post by George

martedì 4 marzo 2025

Tarantàs - La Corte dei Miracoli (2009)


TRACKLIST:

01. Uno a caso
02. Giochi d'intrattenimento
03. Vicino
04. Dentro al mare
05. Nenti
06. Lo sbarco
07. Luna china
08. Lontano dal cielo
09. Il sole di notte
10. La corte dei miracoli


Quando alcune settimane fa presentai il primo lavoro discografico dei Tarantàs (qui) dal titolo un po' surreale (La possibilità che ha il coniglio di salvarsi la pelle - 2007) ricordo di avere chiuso il post auspicando l'invio dei file del secondo album del gruppo, pubblicato nel 2009. Bene, detto fatto il nostro amico Roberto ha provveduto ad esaudire il mio desiderio, condividendo così con tutti gli amici navigatori questa seconda e ultima opera dei Tarantàs intitolata "La Corte dei Miracoli". Abbiamo già parlato a lungo della band di Pordenone nel primo post a loro dedicato, pertanto in questa occasione eviterò di ripetermi e dilungarmi inutilmente. Le poche informazioni che seguono le ho carpite da Rockit.


“La Corte dei Miracoli”, edito da Folkest Dischi, segna la naturale evoluzione del sound grezzo e, per certi versi, ingenuo del primo lavoro. Il disco suona prevalentemente acustico ma decisamente molto meno folk o etnico del precedente. Si coglie, nell’arco dei dieci brani, una miscela più complessa e ricercata che abbina alla semplicità del suono acustico, atmosfere più maestose (come in “Dentro al mare” o in “Lontani dal cielo” ove si apprezzano echi progressive), talora molto vicine ai canoni del rock (negli episodi “Lo sbarco” o “Luna china”, remake del brano dei siciliani Tinturia). Trait d’union con il primo lavoro risulta l’attenzione per la parola e il contenuto del testo che configura "La Corte dei Miracoli" come un concept album a tutti gli effetti".
Ringrazio ancora una volta Roberto per la preziosa collaborazione e auguro a tutti voi il consueto buon ascolto.


LINK

Post by George - Music by Roberto

sabato 1 marzo 2025

BLEZ (Bonaffini, Zanfi, Bertoli) - Omonimo (1993)

 

TRACKLIST:

01. La quinta stagione – 3:55
02. A casa – 3:33
03. Il locale di Bill – 3:15
04. Lucia di Dicembre – 3:25
05. La sposa Marisa – 3:00
06. Diari blu – 3:20
07. Scusami se puoi – 4:25
08. Navigatori – 4:25
09. Le famiglie di Barabba – 2:27
10. Festa sul lago – 3:35
11. Fondi di bicchiere – 3:23
12. Vivai – 3:40
13. La quinta stagione – 3:55


MUSICISTI:

Luca Bonaffini, Ermanno Zanfi - voci
Giorgio Buttazzo - chitarra
Fabio Morandi - tastiere, piano, organo
Claudio Ughetti - fisarmonica
Giorgio Bertacchini - piano (tracce: 8, 11)
Kamsin Urzino - basso
Lele Melotti - batteria
Walter Rizzo - cornamuse
Paolo Bini - clarinetto
Franco Fioroni - flauto, sax
Demo Morselli - tromba, flicorno, trombome
Coro Del Panaro
Pierangelo Bertoli - voce, arrangiamenti

Luca Bonaffini

E' la guerra che spacca la terra
gonfia mostri di crudeltà
che copre di terrore l'umanità
E' la guerra che tutto cancella
che distrugge senza pietà
(da "La quita stagione")

Una canzone contro la guerra, un testo duro come un macigno scritto da Pierangelo Bertoli, apre e chiude l'album dei Blez. Il significato dell'acronimo è racchiuso nei nomi Bonaffini Luca, Ermanno Zanfi. Quest'ultimo, definito "il cantastorie delle voci perdute" è scomparso nel 2021 e ha legato per anni il suo nome a quello di Pierangelo Bertoli. Non a caso Pierangelo, dopo averlo introdotto nella Sugar di Caterina Caselli insieme all'allora giovane Luca Bonaffini (già autore affermato di Bertoli) diede vita al progetto Blez, ideato dallo stesso Bertoli che vedeva Bonaffini affiancato dalla certezza vocale del non più ragazzino Ermanno Zanfi. Pierangelo Bertoli, che non poteva condividere con Luca un progetto discografico per ragioni contrattuali, affidò ad Ermanno Zanfi la prima voce e a Luca la seconda. L’album, che resta un’opera unica dei due artisti, diventa un cult per gli amanti del country e della musica emiliana al punto tale che alcuni lo hanno definito  "il country del Po". La produzione venne curata da Caterina Caselli, mentre gli arrangiamenti erano dello stesso Bertoli, qui anche in veste di produttore per la prima e unica volta nella sua carriera.

Ermanno Zanfi

Le 13 tracce contenute nell'album sono  ballate a metà strada tra il folk americano, il country rock, la musica celtica e la canzone popolare italiana, mentre i testi sono racconti e storie di provincia, ad eccezione dei due brani dove Bonaffini e Zanfi cantano insieme a Bertoli: "La quinta stagione", che originariamente trattava il tema della guerra in Bosnia (poi diventato un inno contro le guerre) e la ballata rock blues "Navigatori", interamente scritta da Bertoli, riferita al viaggio di Cristoforo Colombo (da wikipedia). 
Dopo il tentativo fallito, così almeno narra la leggenda, di presentarsi al Festival di Sanremo (con la canzone “Scusami se puoi”), il CD uscì il 30 giugno 1993 nelle zone di Reggio, Modena e Mantova, per poi essere distribuito nel resto d’Italia a novembre dello stesso anno. Dal disco venne estratto un CD single, pubblicato sempre nel 1993, con tre brani: La quinta stagione, Il locale di Bill, La quinta stagione (versione strumentale). 

cover CD single

Insomma, per farla breve abbiamo nel piatto un signor disco di grande bellezza, da guatare dalla prima ,all'ultima nota. Buon ascolto.

Pierangelo Bertoli


Post by George

venerdì 28 febbraio 2025

Alfredo Cohen - Come barchette dentro un tram (1977) - RE-POST (post originale 22.07.2013)

 

TRACKLIST:

1) I vecchi omosessuali 
2) Tremilalire 
3) Signor pudore 
4) Non ho ricchezze non ho paesi non ho tesori non ho città 
5) La mia virilità 
6) Edipuccio e li briganti psicanalisti 
7) Come barchette dentro un tram 
8) Dolce ragazzo vai componi prati 
9) Signor tenente 

Bonus Tracks - 45 GIRI del 1979

10) Roma - lato A
11) Valery - lato B

Testi: Alfredo Cohen - Musica: Franco Battiato e Giusto Pio
Arrangiamenti e direzione d'orchestra: Franco Battiato e Giusto Pio


Altro repost a seguito della richiesto da un nostro anonimo amico attraverso l'apposita sezione. Il post originale, da me realizzato, risale al 22 luglio 2013 e, come spesso succede per queste pubblicazioni un po' datate, il link è inattivo. Ottima occasione per riascoltare Alfredo Cohen, autore di questo unico album e di un singolo (qui inserito come bonus track), immeritatamente rimasto ai margini della scena musicale italiana pur essendo stato coadiuvato da due grandi artisti quali Franco Battiato e Giusto Pio. Il post originale lo ritroverete cliccando qui. Ricordo che l'album, dopo essere stato per 20 anni relegato in formato vinile, è stato ristampato in CD dalla M.P. Records nel 1998. Ringrazio per l'occasione l'amico e collaboratore Cimabue che mi ha dato una mano, sempre gradita, ad effettuare il re-upload. Grazie CMB. A voi tutti buon riascolto.



Re-post by George & Cimabue

mercoledì 26 febbraio 2025

Serie "Just One Record" - Claudio Angelini - Ed eccomi qua...nel giardino delle delizie (1982, vinile)


TRACKLIST:

Lato A
01. Una città - 2:53
02. Questo letto che cigola - 4:12
03. Sulle linee della stessa mano - 2:42
04. Accendi questi occhi - 2:32
05. Eccomi qua (La ballata del poeta ubriaco) -4:58

Lato B
06. Avrai il mio nome - 4:33
07. Povero amore mio - 3:05
08. Impigliato nei tuoi capelli - 3:35
09. Anni '60 - 3:09
10. Se avessi - 3:12


Credo che ben pochi si ricordino di Claudio Angelini in veste di cantautore e musicista. La sua figura coincide essenzialmente con quella di giornalista e scrittore. Angelini, nato a Roma nel 1943 e scomparso a New York nel 2015, ha avuto una lunga carriera giornalistica ricoprendo ruoli di grande prestigio alla RAI. tra cui direttore del Giornale Radio, vice direttore del TG1, responsabile per vent'anni (dal 1978 al 1997) dell'ufficio di corrispondenza dal Quirinale, conduttore del TG1 e curatore di numerose trasmissioni culturali tra le quali il celebre "Almanacco del giorno dopo".

Claudio Angelini alla conduzione del TG1
Il 15 giugno 1978 fu lui ad effettuare la ripresa dell'annuncio con il quale il Presidente della Repubblica Giovanni Leone rassegnava le dimissioni. Sempre Angelini, il 17 febbraio 1992, diede la notizia dell'arresto a Milano di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio (alias Baggina) a seguito del quale prese il via l'inchiesta "mani pulite". Nel 1997 si trasferì a New York dove visse fino alla morte. È stato capo della sede Rai locale e responsabile dell'ufficio di corrispondenza dei telegiornali Rai nonché presidente della Società Dante Alighieri nella città nordamericana, presidente emerito di Rai Corporation e notista politico dell'ufficio di corrispondenza Rai dagli Stati Uniti. Alla fine del 2007 concluse l'incarico di direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di New York. Per completare il suo prestigioso curriculum ricordo che Angelini ha lavorato anche per il quotidiano romano "Il Messaggero" come opinionista. 


L'altra veste di Claudio Angelini è quella di scrittore: sei romanzi, tre saggi e numerose poesie sono l'eredità che ci ha lasciato. E qui scopriamo un aspetto poco conosciuto della sua personalità, ovvero la passione per la chitarra e per la scrittura di ballate, raccolte nel 1982 nell'album "Ed eccomi qua...nel giardino delle delizie". Il disco, pubblicato dall'etichetta Storm e mai ristampato nel corso degli anni), si compone di 10 brani di stampo cantautorale, delicati e raffinati, cantati e suonati dallo stesso Angelini impegnato alla chitarra acustica e dotato di una bella voce. A tratti fanno capolino alcuni passaggi di sax e di flauto che ricamano le melodie. Insomma, un album che si rivela una vera e propria sorpresa. Non mi resta che augurarvi buon ascolto. 


LINK

Post by George

lunedì 24 febbraio 2025

La Messa dei Giovani: furono solo canzonette? - Barritas & Co: la trilogia (1966-1969) plus Bonus CD - Superpost

 

Parte 1 - Introduzione

Per parlare della Messa dei Giovani ho scelto come titolo più o meno provocatorio: "furono solo canzonette?" Quattro canzoncine di matrice beat oppure qualcosa di più, come ad esempio il tentativo di svecchiare la vecchia liturgia ecclesiastica ad iniziare da suoni più moderni? Forse un punto di rottura? Il fenomeno prese piede intorno alla metà degli anni '60, dove dogmi e rituali sembravano inamovibili. Molte funzioni religiose venivano ancora officiate in latino. La Messa Beat rappresentò invece la volontà dei giovani, allora in pieno cambiamento sociale, etico e musicale, di inserirsi in modo moderno e dinamico sposando i gusti musicali dell'epoca, nell'ambito della funzione religiosa. Questo fu il grande merito di una parte del mondo giovanile nel periodo 1965-1970. Il fenomeno riempì le pagine di molti quotidiani, diventando così un evento di portata nazionale, naturalmente con visioni diverse: sostenitori e detrattori combatterono ad armi pari. Ho trovato alcuni interessanti articoli che mi hanno aiutato a comporre questo post, così come ho recuperato una serie di fotografie d'epoca (a cominciare da quella sottostante). Qui i ricordi di ognuno di noi - parlo naturalmente di chi, anagraficamente, visse quel periodo - possono diventare un utile compendio a questo articolo dal taglio socio-cultutal-musicale.
Sotto il profilo squisitamente musicale vi proporrò le tre diverse versioni del disco "La Messa dei Giovani", quella originale del 1966 e le due versioni, in italiano e in inglese, realizzate dal Barritas / Berets. Infine, per non farci mancare niente, vi regalerò un bonus CD a "sorpresa". 

Una rara foto degli Angel and The Brains

Tony Face, sul suo omonimo sito, parlando della Messa Beat ricorda che "i primi a portare avanti il connubio tra sacre scritture e musica cosiddetta profana furono a metà dei 60‘s Gli Amici di Ascoli Piceno e i sardi Barritas, senza dubbio i più famosi con la loro Messa dei Giovani e con le musiche di Marcello Giombini. Oggi nelle parrocchie i canti con chitarra e altra strumentazione (organo elettrico, flauto, in alcuni casi il violino), sono molto comuni, ma allora, in una Chiesa che stava passando dal latino al linguaggio comune, era una assoluta novità". Io stesso  e qui mi lascio andare ai ricordi - ero un "ragazzo del coro" che, insieme ad altri giovani ragazzi e ragazze, cantavamo in un coro di chiesa accompagnati da chitarra e organo elettrico. 
Ma torniamo a Marcello Giombini, forse il massimo ideatore della messa beat. Già autore di colonne sonore di western all'italiana, Giombini - in collaborazione con il paroliere Giuseppe Scoponi - intuì che era il momento adatto per introdurre una veste più moderna in chiesa per attirare una gioventù in pieno fermento. Nel 1965 apparve sul mercato discografico il 45 giri Non uccidere, dei Barritas. Sempre nel 1965, il complesso Gli Amici pubblicò su etichetta Edizioni Paoline l'EP "Chinati ai tuoi piedi/Osanna nell'alto dei cieli/Ave Maria no morro" .


Giombini compose poi La Messa dei Giovani, divenuta la "messa beat" per antonomasia, eseguita per la prima volta presso l'Aula Borrominiana dell'Oratorio di San Filippo Neri alla Vallicella, il 27 aprile del 1966, alla presenza di un foltissimo pubblico e vari organi di informazione, RAI inclusa. A suonare e cantare vi erano I Barritas, Angel and the Brains e The Bumpers. Ne parleremo più avanti. Risale al 1966 la prima incisione de "La Messa dei Giovani" su LP in vinile (etichetta Ariel), nell'originaria interpretazione dei gruppi sopracitati. Come già ricordato, I Barritas realizzano in seguito un proprio LP, sempre intitolato "La Messa dei Giovani" e successivamente, con il nome The Berets, incisero la versione in inglese, con il titolo "The Mass For Peace, pubblicata negli Stati Uniti e in Inghilterra dalla Avant Garde, con produzione Clay Pitts. Rammento che quest'ultimo album è già stato pubblicato sulla Stratosfera tempo fa (2 febbraio 2016). Lo ritroverete qui. Perdonatemi se oggi, per completezza di informazione, lo riproporrò per la seconda volta. 

Marcello Giombini

Parte 2 - La prima esecuzione della Messa dei Giovani
27 aprile 1966: l'inizio della "rivoluzione musicale"
(articolo apparso su "La Porzione.it) nel 2018

"Nel 1966 la prima esecuzione della Messa Beat segnò un vero punto di svolta nella musica liturgica. In una chiesa su cui spirava il vento variabile del Concilio Vaticano II, quell’esperimento musicale divise il popolo cattolico sull'introduzione della musica leggera nella liturgia, tanto che Papa Paolo VI durante il suo difficile pontificato fu chiamato a pronunciarsi nel merito. Tra continuità o discontinuità la prima messa beat innescò indirettamente un processo spontaneo che cambiò dal basso il modo di suonare e cantare nelle parrocchie italiane. 
Guardate qui sotto il titolo di un quotidiano dell'epoca:" Urla e fischi in una chiesa di Roma per la Messa dei cantanti capelloni


Per quanto nelle originarie intenzioni dovesse essere solo un concerto, un evento per dare voce all’esigenza di un canto religioso più vicino al linguaggio e alla musica dei giovani, gli effetti a catena della prima Messa beat non tardarono a manifestarsi. L’evento diventò innanzitutto un fenomeno discografico di successo: Non solo, ma da questo momento nelle parrocchie italiane iniziò una rivoluzione pacifica destinata a segnare una svolta nella musica liturgica: un movimento orizzontale e spontaneo introdusse progressivamente e a macchia d’olio nelle chiese il costume di suonare con le chitarre e altra strumentazione "pop" tanto le canzoni tradizionali quanto quelle composte da Giombini, e, in seguito, da nuovi autori come il noto Claudio Chieffo. Questo movimento spontaneo destinato a modificare dalla “base” la musica liturgica nacque sul quel confine tra discontinuità e continuità che, da sempre, segna i momenti più importanti della storia della Chiesa 


E il concerto del 27 aprile 1966? Cosa avvenne nell'Aula Borrominiana dell'Oratorio di San Filippo Neri alla Vallicella? 
Musicisti "capelloni" con chitarre elettriche, organo e batteria suonarono nell'Aula alla presenza di . circa quattrocento persone, soprattutto giovani. Per lo meno il doppio rimase fuori, tentando di forzare l’entrata presidiata dalla polizia (NDR - un brutto vizio che segnerà anche gli anni '70). Non era un concerto rock né una manifestazione studentesca tipica di quegli anni: era la prima esecuzione della «Messa beat». Verso le 18:30 si diede inizio all’evento alla presenza di sacerdoti, musicisti, giornalisti e perfino della RAI. Prima dell’esecuzione il professor Federici, liturgista del Pontificio Istituto Liturgico e il domenicano padre Sinaldo Sinaldi, chiarirono la finalità del concerto: dare ai giovani l’opportunità di pregare cantando con la propria musica. La prima «Messa beat», quindi, non era destinata ad essere eseguita nelle chiese. Nove i brani previsti: Introito, Graduale, Credo, Offertorio, Sanctus, Pater Noster, Agnus Dei, Communio. L’esecuzione venne affidata a tre complessi italiani piuttosto conosciuti in quegli anni: i Barritas («Berretti», in dialetto sardo), i Bumpers (ossia «Paraurti») e gli Angel and The Brains («Angelo e cervelli»). Le musiche erano state composte dal già citato Maestro Marcello Giombini (1928-2003), al tempo già ex direttore del coro dell’Accademia filarmonica romana, mentre i testi erano di Giuseppe Scoponi, giornalista e autore cinematografico. 

I Bumpers suonano la Messa Beat

Leggendo le cronache del tempo, si apprende che in un primo tempo Paolo VI stesso autorizzò a Roma, nella sua diocesi, a titolo sperimentale, le «messe dei giovani». Dall’altra parte, non mancarono quanti videro un pericoloso tentativo di desacralizzazione della Messa. Nel 1970 si giunse addirittura ad un grave episodio di contestazione: durante la messa dei giovani celebrata dall’abate benedettino don Franzoni, e alla quale assistevano ben mille persone, nella basilica di San Paolo Fuori le Mura irruppe un gruppo di “tradizionalisti” per rovesciare i microfoni e strappare le chitarre dalle mani dei musicisti. Episodi simili accaddero in molte altre parrocchie italiane. Si arrivò al punto che nel 1969 lo stesso Papa Paolo VI fu il destinatario di una protesta sottoscritta da centomila persone e promossa da trentacinque musicisti italiani fra cui i direttori del conservatorio di Milano, Jacopo Napoli e del conservatorio di Bari, Nino Rota, i quali protestavano " per la forma e lo spirito della musica leggera che si andava introducendo nella liturgia e che rischiava di sollecitare gli istinti e i sensi, essendo lontana dalla spiritualità". La questione fu presa molto seriamente, tant'è che nel 1970 la Congregazione per il Culto Divino pubblicò un’istruzione, denominata Liturgicae instaurationes, con la quale si incoraggiava a «promuovere il canto liturgico con tutti i mezzi, anche usando le nuove forme musicali, rispondenti al gusto attuale» Da lì in avanti la strada era aperta


Parte 3 - Gli anni successivi

Il fenomeno dilagò in tutta Italia (e dura ancora ai giorni nostri), ma non solo: oltreoceano gli Electric Prunes, nel 1968, registrarono l'album "Mass in F Minor" traendo probabilmente spunto anche dall'esperienza italiana. Numerosi altri compositori e gruppi portarono avanti questo nuovo modo di interpretare il canto liturgico con strumenti e sonorità innovative. E' quella vasta corrente che noi della Stratosfera abbiamo etichettato come "Catto Prog", creando una apposita serie che conta numerose presenze. Tra i principali nomi legati a questo filone (molto, ma molto ricco e abbondante) troviamo Domenico Machetta, Giovanni Maria Rossi, Michele Bonfitto, i Gen Rosso, i Gen Verde e tutti gli altri Gen, Pierangelo Sequeri, Pierangelo Comi, gli Alleluia  e tantissimi altri. Lo stesso Giombini continuò a comporre nuovi canti che si diffusero in tutte le parrocchie italiane. 



Tra i gruppi che parteciparono alla prima messa beat, gli Angel and The Brains incisero un altro 45 giri sempre su tematiche religiose dedicato a San Francesco d'Assisi. Dopo il successo della prima messa beat, altri gruppi si dedicano ad analoghe esperienze o più semplicemente alla proposta di brani a sfondo religioso. Vorrei spendere una parola in più per gli Illuminati che nel loro album del 2008 "Prendi la chitarra e prega" riproposero alcuni brani di messa beat tratti dalla storica "Messa dei Giovani".

Parte 4 - Gli album

01. La Messa dei Giovani (prima edizione - 1966, vinile)


TRACKLIST:

Lato A
01. Angel and the Brains – Introito (penso pensieri di pace)
02. I Barrittas – Gloria (gloria al Signore)
03. Angel and the Brains – Graduale (con voci di gioia) 
04. The Bumpers – Credo (io credo) 

Lato B
05. Angel and the Brains – Offertorio (a te offro mio Dio) 
06. The Bumpers – Sanctus (Santo)
07. The Bumpers – Pater Noster (tu che sei nei cieli)
08. I Barrittas – Agnus Dei (Agnello di Dio) 
09. The Bumpers – Communio (rendete grazie a Dio)


Questa è la prima versione originale della "Messa dei Giovani", dove i Barritas condividono le 9 tracce con Angel and The Brains e i Bumpers. Solo due brani per i Barritas (che si rifaranno più avanti ri-registrandolo interamente), tre per gli Angel and The Brain (musicalmente i più debolini), mentre i veri dominatori sono i Bumpers con ben quattro brani, tutto sommato ingenui ma non banali. Il disco, pubblicato dalla Ariel nel 1966, venne poi ristampato in due successive occasioni, la prima nel 1968, sempre ad opera della Ariel, la seconda nel 2024 (in vinile) ad opera dell'etichetta Aberrant Records, ma solo per il mercato americano, col lungo titolo "Holy Beat! A Collection of ’60s Italian Christian Beat From the Vaults of Ariel Records". I file che trovate qui sono stati rippati direttamente dal mio vinile originale 1966. Sul web è molto difficile trovare questo disco nella sua completezza: in alcuni casi si tratta della versione dei Barritas, pur con questa copertina. In un altro caso la tracklist è incompleta. Credo - qui lo dico e qui lo nego - che questa sia la prima versione originale completa pubblicata sul web. Come già ricordato le 9 composizioni accompagnano le fasi della Messa e sostituiscono alcune invocazioni dell'assemblea. Il disco è tutt'altro che banale: siamo in piena era beat con tanto di coretti, chitarra elettrica e assoli di tastiere. "Communio", posto a chiusura del disco è un bel rock giocato su una potente base ritmica e una chitarra elettrica molto incisiva.  Non solo un documento storico ma anche una bella espressione musicale. 



02. I Barritas - La Messa dei Giovani (1968, vinile)


TRACKLIST:

Lato A
01. Introito (Penso pensieri di pace)
02. Gloria (Gloria al Signore)
03.Graduale (Con voci di gioia)
04. Credo (Io credo)
05. Offertorio (A te offro mio Dio)

Lato B
06. Sanctus (Santo) (dall'ordinarium missae con modifiche di Giuseppe Scoponi)
07. Pater noster (Tu che sei nei cieli) (dall'ordinarium missae con modifiche di Carlo Gasbarri)
08. Agnus Dei (Agnello di Dio) (dall'ordinarium missae con modifiche di Giuseppe Scoponi)
09. Communio (Rendete grazie a Dio)
10. Non uccidere (In memoria di Martin Luther King)


FORMAZIONE:

Benito Urgu - voce
Antonio Albano - chitarra solista
Giuseppe Miscali - chitarra
Antonello Salis - tastiere
Antonio Salis - basso
Antonello Cocco - batteria
 

Veniamo ora ai Barritas, unici protagonisti di questo album. Come sopra ricordato nel 1966 il sestetto sardo, guidato da Benito Urgu e Antonio Albano, venne coinvolto dal Maestro Marcello Giombini (che aveva già collaborato in precedenza con loro, firmando la musica della canzone Su e giù, sul loro terzo singolo) nella realizzazione della prima Messa beat italiana, di cui al disco pubblicato nel 1966, condiviso con The Bumpers e Angel and the Brains. Nel 1967 I Barrittas lasciarono la Ariel per firmare il contratto con la Bluebell Records e incidere il singolo Dusu amigusu. Sta di fatto che nel 1968 i Barritas registrarono nuovamente tutti i brani del precedente omonimo album per realizzarne una nuova versione con l'aggiunta di "Non uccidere" (track 10) un brano risalente al 1965. Innegabile il salto di qualità delle nuove versioni. 

front cover "Messa Folk" (1970)

L'album è stato stampato dalla Bluebell Records nel 1968 sempre in formato LP con numero di catalogo BBLP 30. Nel 1970 l'edizione della Bluebell viene ristampata in LP dalla Produttori Associati con il numero di catalogo PA/LP 30, con diversa copertina e con il titolo modificato in "Messa Folk". Infine, nel 2005, il disco "La Messa dei Giovani" è stato ristampato in versione CD, con numero di catalogo GRCD 6390, dalla Duck Record unitamente alla versione successiva in inglese dal titolo "The Mass For Peace". Nel 1970 venne anche realizzata la versione musicassetta intitolata "Messa Folf (la Messa dei Giovani) e, subito a ruota, una seconda versione Mc dal titolo "Messa Beat". Di seguito le copertine.

Mc "Messa Folf" (1970)

Mc "Messa Beat"

03. The Berets (I Barritas) - The Mass For Peace (1969, vinile)


TRACKLIST;

Side A
01. Introit (I’ll Give You Peace)
02. Gloria (Glory To The Lord)
03. Gradual (With Voices Of Joy)
04. Creed (I Believe)
05. Offertory (Father, I Offer You My Life)

Side B
06. Holy (Holy, Holy, Holy)
07. Our Father (Who Are In Heaven)
08. Lamb Of God
09. Communion (We Give Thanks To You Lord)
10. Don’t Kill (In Mermory Of Martin Luther King)


A seguito del dilagare delle messe beat anche in altri Paesi, I Barritas vennero invitati a registrare la versione inglese della loro "Messa dei Giovani". Cambiato il nome in The Berets (che significa sempre e comunque i Berretti) incisero nuovamente le 10 tracce per realizzare "The Mass For Peace", pubblicato dalla Avant Garde Records in Gran Bretagna e negli Stati Uniti nel 1969. Si tratta quindi della terza versione della messa beat, dopo quella della Ariel (1966) e della Bluebell (1968). Anche questo disco verrà stampato per la prima volta in versione CD dalla Duck record nel 2005 unitamente alla versione italiana "La Messa dei Giovani". Di seguito alcune immagini relative alla copertina.





E per concludere...

04. BONUS CD
Complesso Gli Illuminati - Prendi la chitarra e prega (2008)


TRACKLIST:

01. Sei tu la madre
02. Alleluia
03. Oggi è nato il redentor
04. Chinati ai tuoi piedi
05. Communio
06. Gloria
07. Venne un uomo
08. Gloria a Dio
09. La notte del mondo
10. Eli Eli Lamma Sabactani!
11. Il mio Signore


FORMAZIONE:

Pier Paolo De Juliis - voce
Tiziano Tarli - chitarra, organo, voce
Emanuele Sterbini - basso
Alessandro Palermo - batteria


Ho scelto di chiudere questo lungo articolo/post di stampo sociologico-musicale con il gruppo degli Illuminati (il nome è già un biglietto da visita) per una serie di ragioni: la principale è che queste registrazioni risalenti al 2008 rappresentano la continuità e l'evoluzione musicale della gloriosa "messa beat" anni 60 che qui si connota a tutti gli effetti come "messa rock". I suoni cambiano radicalmente e gli Illuminati ci regalano un album di grande rock (notare il classico quartetto chitarra, basso, batteria, voce). Addirittura il disco si chiude con una torrida cover di "My Generation" degli Who, qui intitolata "Il mio Signore". La continuità con le vecchie messe beat risiede nel fato che tutti i testi sono scritti da Marcello Giombini e che alcune tracce incluse sugli album originali sono qui riprese e riproposte in chiave rock (Alleluia, Communio, Gloria). Questo album venne ristampato in versione CD + DVD nel 2014. Gli Illuminati, una garage/psychedelic band romana che utilizzava testi religiosi, realizzò un secondo album nel 2014 intitolato "Lumen Gentium". Poi...il silenzio. Di seguito due immagini degli Illuminati in concerto.



Parte 5 - Conclusioni

Voglio concludere con la domanda iniziale: "furono solo canzonette?". La risposta è ovvia, tenuto conto che i suoni, i canti, gli strumenti utilizzati per realizzare la messa beat furono in grado di dare una forte spallata ad un sistema ecclesiastico rigido e tradizionalista poco incline ad accogliere qualsiasi forma di cambiamento. Eppure quei giovani musicisti, quei giovani autori riuscirono, se non del tutto almeno in parte nel loro intento, scomodando addirittura il Papa. A loro, a posteriori, va tutta la nostra ammirazione e la nostra riconoscenza. Potenza della musica? Forse, ma non solo. Sicuramente nella musica, ieri come oggi, le generazioni si riconoscono facendola diventare parte integrante della vita sociale o, come nella fattispecie, nell'ambito religioso.. Gli anni '60 ebbero una loro unicità. Fu la prima spinta verso i cambiamenti sociali che troverà piena maturazione nel decennio successivo. In merito alle messe dei giovani o messe beat vennero scritti anche alcuni interessanti volumetti. Se avete voglia e tempo di approfondire il tema è facile trovarli, anche sul web. Fermiamoci qui. Lasciamo spazio all'ascolto e alle vostre, sempre preziose e ben gradite, considerazioni. Alla prossima.


LINK La Messa dei Giovani (1966)
LINK I Barritas - La Messa dei Giovani (1968)
LINK The Berets - The Mass For Peace (1969)
LINK Complesso Gli Illuminati - Prendi la chitarra e prega (2008)

Post, words & music by George